Il Drawing Lab incontra la psicoterapeuta Samantha Sciunnach

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Il Drawing Lab incontra la psicoterapeuta Samantha Sciunnach. Siete in molti a raggiungere il nostro sito digitando chiavi di ricerca che hanno come oggetto il disegno infantile. Abbiamo deciso di affidare le vostre curiosità al parere della Dott.ssa Samantha Sciunnach, psicologa dello sviluppo, psicoterapeuta e membro dell’AID – Associazione Italiana Dislessia. Attraverso le vostre esigenze abbiamo cercato di costruire un’intervista il più completa possibile, nella speranza di offrirvi suggerimenti, proposte e indicazioni esaurienti al fine di sviluppare nel vostro bimbo una capacità che gli sarà utile per tutta la vita. Se avete altre domande, potete scriverle tra i commenti. Buona lettura!

Salve Dott.ssa Sciunnach, intanto grazie per il suo tempo. La più diffusa tra le curiosità dei nostri lettori è sapere a quanti anni il bambino inizia a mostrare interesse per il disegno e perché…

I primi tracciati e “scarabocchi” non hanno all’inizio un connotato referenziale ma è puro piacere di vedere una traccia sul foglio.

Verso la fine del secondo anno di vita iniziano a mostrare un interesse per il disegno. E’ in questo periodo che i bambini cominciano a rendersi conto che una figura (come d’altronde anche le parole, i gesti, i giocattoli, ecc.) può stare al posto di un’altra “cosa” reale. Attraverso il disegno, egli elabora la realtà delle cose.

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Perché è utile far disegnare un bambino?

Premettendo che è bene che il bambino disegni quando ne ha voglia, con il disegno egli può rappresentare graficamente eventi e persone reali e/o immaginari.

In questo modo è per lui possibile da un lato sperimentare e calarsi nella realtà, dall’altro lato può inconsciamente rappresentare questioni per lui problematiche.

In questo senso, il disegno è un modo di rielaborazione della realtà circostante oltre ad essere uno strumento che favorisce la formazione della creatività e della personalità.

Di fronte a un bimbo che disegna, quale dovrebbe essere l’atteggiamento dell’adulto?

L’atteggiamento dell’adulto non deve essere eccessivamente direttivo: bloccherebbe il suo flusso creativo. Sono da sfavorire la copia, il ricalco, dove queste sono le uniche forme proposte al bambino. Né d’altronde l’adulto deve astenersi totalmente dall’intervenire.

Un approccio eccessivamente spontaneistico falsamente incoraggia la libertà di espressione e può portare alla casualità.

E’ bene fornire più materiali e soprattutto adatti all’età del bambino.

I colori a tempera hanno il vantaggio di avere colori intensi, hanno una buona consistenza e scorrono bene sul foglio. In questo caso è utile che l’adulto dia, quando il bambino è pronto, indicazioni tecniche sull’uso dei pennelli e come utilizzare e calibrare il colore.

Gli acquarelli invece si prestano meglio per i bambini più grandi. I pennarelli sono molto amati ma per i più piccoli sono più adatti quelli con la punta larga (richiedono un minor controllo dei movimenti e soddisfano meglio la voglia di colore, favorendo l’espressività).

Per i fanciulli dell’età prescolare (3-6 anni) che ancora non hanno una coordinazione occhio-mano perfetta, sono consigliabili i colori con le dita.

In ogni caso la cosa più bella che può fare un adulto è costituire un ambiente ricco di spunti dove il bambino possa dar sfogo alla sua naturale curiosità e dove si possa sperimentare nelle varie forme di espressione creativa che il disegno può dare.

L’insegnante, i genitori, i nonni devono coinvolgere in esperienze creative che interessano realmente il bambino, indirizzarlo verso forme d’arte diverse, mostrando loro opere di artisti di tutte le epoche, indurlo a scoprire i diversi aspetti, funzioni e dettagli degli oggetti soprattutto quando mostrano interesse per un oggetto in particolare: tanto è più vasta la conoscenza, tanto più ampio sarà il terreno su cui sviluppare il pensiero creativo.

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Immagino che la prossima curiosità provenga da lettori operanti nel settore dell’infanzia… Esistono dei disegni più adatti di altri da far fare ai bambini?

Imporre un tema senza una spiegazione valida è generalmente sbagliato. I bambini, come gli artisti, devono poter avere la libertà della scelta dei mezzi e del tema da realizzare. Non è consigliabile far disegnare qualcosa che richiederebbe delle capacità superiori a quelle che ha oggettivamente il bambino (come ad esempio richiedere a un bimbo di tre anni di disegnare una figura umana dettagliata, soprattutto se non ne sente egli stesso l’esigenza). Ciò che è più adatto è favorire attivamente la libera iniziativa dei bambini.

Molti lettori raggiungono le nostre pagine perché si pongono interrogativi sull’utilità diagnostica del disegno infantile. Ma questo, può davvero mostrarci qualcosa del mondo interiore del piccolo, o è puramente rappresentazione di ciò che egli vede attorno a sé?

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Il disegno nel bambino è entrambe le cose. Nel disegno il bambino codifica e riproduce ciò che lo circonda. Il disegno permette uno smistamento e una rielaborazione dei dati e delle informazioni che il piccolo coglie intorno a sé. Ma nel disegno egli è, come accade nei sogni, libero da severe forme d’inibizione. Così egli ci parla dei suoi problemi, delle sue scoperte, difficoltà, ci mostra il suo mondo interno, la sua personalità, ci dà un indice del suo stato emotivo.

Oltre alle proprietà diagnostiche, il disegno può assumere una valenza terapeutica nel bimbo?

Sì, se è inserito in un percorso pensato e mirato in modo professionale a questo scopo. Io sottolineerei poi anche gli effetti benefici sull’autostima nel momento in cui un bambino impara a padroneggiare una tecnica,

prende coscienza del suo potere creativo e sperimenta il successo di un disegno che a lui stesso piace.

Se una maestra si rende conto che i disegni di un bimbo mostrano ripetutamente lo stesso soggetto o ha la percezione che qualcosa nei suoi disegni può essere interpretata con un criterio più scientifico, a chi dovrebbe rivolgersi?

Prima di tutto è bene evitare allarmismi, poiché un bambino nel suo percorso di crescita può attraversare momenti in cui è completamente “assorbito” da qualcosa che lo interessa o lo incuriosisce e quindi riprodurlo più spesso … In caso di dubbio comunque, può essere opportuno contattare uno psicologo, figura competente di riferimento la cui presenza è auspicabile in ogni scuola!

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Potete approfondire il vostro interesse sul disegno infantile rileggendo il post pubblicato qui.

Per i disegni pubblicati in questa intervista ringraziamo la piccola Lili, 4 anni. 🙂

Di rivka spizzichino

Photographer, Drawing teacher.

1 commento

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